16 dicembre 2008

Mi piace la logica




L'avevo promesso (ed io mantengo le promesse), perciò ecco un'altra paginetta "disegnata male".
Farle mi diverte, ma quello che ho da dire sullo stile e sul disegno è più o meno tutto qui.
A questo punto, avendo più dubbi che certezze, non aggiungo altro. Fatelo voi, se vi va.

Mi andava solo di segnalare un commento del carissimo e bravissimo Paper Resistance,
sulle pagine della rivista Slowfood di questo mese.
Il commento è il seguente:

"Non c'è più nessuno che disegni storie che non siano un diario:
a me dopo un po' tutta questa autoreferenzialità rompe e vorrei che qualcuno mi raccontasse cose che
non siano necessariamente le sue sfighe con la morosa, la difficoltà di essere artista o le sue sedute dall'analista.
Per carità, alcune storie autobiografiche sono molto belle, ma mi sembra che questo filone sia in via d'esaurimento".


Lucido come sempre.
Mannàggia, proprio adesso che iniziavo a parlare di me...


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31 commenti:

Unknown ha detto...

solo dovresti disegnarti piu' secco, il resto va bene com'é.
autoreferenziale é solo una parola.

SQUAZ ha detto...

Il fatto è che ho freddo e porto sempre tre maglioni (la qual cosa mi guasta la silohuette).
Ben gentile ad ogni modo, mio Coroner...

Si potrebbe tagliare la testa al tòpo dicendo che l'autobiografismo funziona o meno a seconda di chi lo fa, ma forse è un po' una scorciatoia.
Io, per me, faccio solo quello che mi diverte e finchè mi diverte. Come te, del resto.

Risposte certe invece non ne ho ed altro non so.

Sergio Ponchione ha detto...

Caro squazzo ce ne sarebbe da dire, avendone il tempo... Al momento dura è la vita per noi combattenti della trincea della baionetta dritta e precisa, altrove son le mode e gli interessi, a volte giustificatissimi, molte altre affatto, con inevitabili pulsioni di bile. Ma come sempre il tempo giustizierà, l'oro galleggierà e l'inutilità affonderà.
L'importante è esser sinceri, fare quel che si è, che alla lunga paga sempre. Quindi, alla fine, in definitiva, tutto sommato, who gives a fuck? :)

SQUAZ ha detto...

Appunto, Pònk.

Bile o non bile, ci si interroga sul senso del proprio fare:
la sincerità è d'obbligo, ma noi siamo persone e non una cosa soltanto, ragion per cui -volendo- potremmo essere sinceri in tutti i casi. Linea dritta o linea sghemba.

In un certo senso, l'autobiografismo potrebbe rivelarsi il più clamoroso artificio che si possa mettere in campo. E allora, tanto vale essere artificiali fino in fondo e disegnare linee nere grosse e grasse che in natura non esisteranno mai.

Mi sono perso... che stavo dicendo?

Sergio Ponchione ha detto...

Io a vent'anni stravedevo per i pittoricismi di Sienkiewicz, McKean, Kent Williams, Jon J.Muth e compagnia e, ci crediate o no, disegnavo pure così. Ma alla fine m'accorgevo che ciò che facevo non mi rispecchiava del tutto, e lentamente ho preso altre strade. Non migliori, solo diverse. Ma quasi inconsciamente, senza decidere a tavolino, ovvio. Col tempo evidentemente trovavo me stesso altrove nel marasma di stimoli e autori che ingurgitavo ogni giorno. Sono un preciso, che trova un perverso piacere nel chiudere e rifinire, ed è una voce che non riesco a zittire nella mia mano. E dunque per me la linea chiusa ha vinto su quella aperta.
Avessi continuato probably avrei mentito a me stesso. La sincerità propria innanzitutto, sennò non riesco ad andare avanti.
Reprise finale: sghembi o precisi non importa, ma trovare se stessi sulla carta ed esserlo (poi siam ormai in pochi a baionettare chiusi e puliti, quindi è un ottimo motivo per continuare a farlo ;)

L'autobiografismo è indubbiamente interessante ma è diventato una moda da anni, con tutte le rotture delle mode. C'è chi lo fa benissimo (pochi) e allora sinceri applausi.
Ma si può esser autobiografici in mille modi, anche indirettamente (che per me è anche più interessante), metter se stessi sulla pagina senza per forza esserne i protagonisti principali. Voglio dire per me anche Jacovitti era autobiografico, (anche se ovviamente non nell'accezione di cui stiamo parlando) ma il pubblico forse non percepisce (più?) quel punto di vista. O forse il punto è che a me piacciono ancora troppo i fumetti...

Basta, torno al tavolo.
Appunto ;)

SQUAZ ha detto...

Ti farei un applauso guarda, peccato che non si sentirebbe. Dovrai accontentarti di un fumettistico "clàp-clàp".
I tuoi ragionamenti per me non fanno una piega. Chiusi e puliti, giustappunto.
E mi sa che lì rimarrò pur'io, il resto è stato "divertissement".
Oppure no?

La logica, la logica!

Buon lavoro a tutti (diritti e contorti)

Anonimo ha detto...

se vuoi ti scrivo la tuaautobiografia.

e comunque è vero, a Gorgonzola ti è venuto quel faccione?

sempre con immutato effetto.

SQUAZ ha detto...

Vai, Turi!! Dove la ambientiamo? Kabul? Nuova Dehli? Pantelleria?

Non ho il faccione, è un "Diario Deformato" (vedi, a non chiudere le linee che succede...)?

con immutato affettato

Anonimo ha detto...

guardando nella palla di vetro chiedo "l'autobiografismo si sta esaurendo?"
risposta della palla: "boh, dipende... forse, per chi legge i fumetti autobiografici da un pò, l'autobiografismo si sta esaurendo ma non per la stragrande maggioranza che non legge fumetti (e manco sa di sta roba dell'autobiografismo) e quando questo afflato di autobiografismo sarà passato inizierà ad afflatare da n'artra parte... cioè vedi che ce stà un casino di gente che manco conosceva Gipi e lo legge e dice -toh l'autobiografismo disegnato, oh che novità è questa?- ecco spero di essere stata chiara... almeno ci ho provato, parola di palla"

SQUAZ ha detto...

A me la palla dice che, appunto perchè Gipi si è appena me-ri-ta-ta-men-te imposto al grande pubblico (diciamo così) è già l'ora di fare ricerca in altre direzioni.
E naturalmente parlo da disegnatore, non da lettore.

Da lettore continuo a ricercare autori intelligenti, sinceri (o almeno onesti) e vitali. E Gipi, chiaramente, è tra questi.
Da disegnatore ho qualche incertezza in più e credo che questo post lo dimostri.

Poi mi andava di scherzare sulla Questione del Segno. Si tende a pensare (generalmente a ragione) che il tipo di disegno sia utilizzato in funzione della storia che si racconta. A me, invece, ha sempre divertito per esempio il fatto che Alberto Breccia avesse disegnato "Perramus" con uno stile veloce perchè il quel momento aveva mal di denti. Parole sue.
Che poi fossero disegni strepitosi è un altro discorso...

Anonimo ha detto...

a me sovviene spesso un'afflautolenza autobiografica.

SQUAZ ha detto...

Eggià, la Dieta Mediterranea non perdona. In più, come diceva Feuerbach, "l'uomo è ciò che mangia".
Con tutto quel che ne segue...

Anonimo ha detto...

ciao squaz, io sono d'accordo con Corona prima di tutto, che negli ultimi tempi sta dando anche una prova di diplomazia quasi preoccupante, ma anche con te e ponkio e larsoniana su quasi tutto.

Queste due tavole che hai disegnato mi piacciono molto, ma molto proprio, e secondo me l'uscita di paperresistance viene anche da uno che il fumetto autobiografico nemmeno saprebbe, nè vorrebbe (da sempre, non da oggi) farlo

Voglio dire che:
1) niente impedisce di fare dell'autobiografia con la riga e la squadra, perchè appunto, ciò che è difficile è proprio raccontare la realtà con meccanismo narrativi che in genere sono propri della finzione
2) tante cose hanno ancora da essere dette, almeno una per ogni vita possibile e dimmi se è poco.
3) queste due tavole che hai disegnato, per esempio,di gipiano hanno giusto l'approccio ma la resa finale secondo me è squaz al 1000 per cento

ciao

SQUAZ ha detto...

Caro Socrate,
la tua saggezza è proverbiale.
Cicuta a parte, vorrei essere come te.

Ma veniamo ai giorni nostri...

Corona ha sempre ragione, anche se da anni sospetto che la sua diplomazia sia un'astuta manovra, atta a celare la bestia che dentro gli rùgge agli sprovveduti come noi.

Paper Resistance parla da appassionato e conoscitore e, nonostante non faccia fumetti in senso stretto, ha l'indubbio vantaggio di fare le sue analisi "dal di dentro" (se non altro, perchè conosce bene la gran parte di noi). Il suo commento potrà essere opinabile e forse il tempo ci dirà pure che la sua previsione è sbagliata, però siamo veramente così sicuri che molti fumetti che facciamo oggi non siano "autistici"? O meglio... "autoreferenziali"?

Sono d'accordo sull'idea di autobiografia "con la riga e la squadra" (mi piace molto l'idea). Del resto, Spiegelman ha fatto autobiografia con i topini, quindi...

Chè poi alla fine con 'sta cosa dell'autobiografia, dove volevo arrivare? Forse era per giustificarmi del fatto di essermi disegnato nella mia dimensione quotidiana.
Io, che ho il culto del pop-fantastico-psichedelico... roba da pazzi!

Vabbè, comunque grazie.
Mi fa piacere che qualcuno abbia apprezzato.


P.S.: l'approccio è gipiano perchè sono un omaggio, una specie di mazzo di fiori. Il risultato invece è giustamente mio perchè l'ho fatto giustamente io.

Per Lapalisse...
Hip-hip
Hurrà!

Anonimo ha detto...

non è che non apprezzi le tue altre pagine, comunque, nè era nelle mie intenzioni mettere in discussione l'autorevolezza di nessuno, semmai la parzialità, e poi sono d'accordo su questa cosa "si può esser autobiografici in mille modi, anche indirettamente (che per me è anche più interessante), metter se stessi sulla pagina senza per forza esserne i protagonisti principali."

ciao

SQUAZ ha detto...

Sì, è giusto.
Poi, per me si può mettere in discussione tutto, sempre.
Anche se stessi, soprattutto se stessi. Se no che gusto c'è?
E la frase di Pònk è particolarente azzeccata, sono d'accordo.

Bonne nuit

Sergio Ponchione ha detto...

;)

Ciao Socrate!

MicGin ha detto...

Innanzitutto, caro squaz, qualunque tuo rigo, qualunque tuo puntino è bello. Perché prima che narratore sei artista.
Poi, grazie a questo tuo talento, puoi fare quello che vuoi, quando ti senti.
Ecco che la tua vignetta qua sopra è geniale e riassume un intero dibattito!
Allora mi limito a dire solo che per il momento ci sono ancora troppi pochi libri a fumetti in circolazione, che si tende a parlare di tendenze con di fronte poche decine di opere, che la televisione è uno strumento di promozione decisivo: vedere con e vedere senza, per credere.

Baci e abbracci!

SQUAZ ha detto...

Grazie Mic.
Come dire, io-me-la-suono-e-io-me-la-canto... (scherzo, naturalmàn)!

I miei/nostri sono pensieri in libertà, senza la pretesa di arrivare ad una conclusione definitiva. Domande che uno si fa quando magari finisce un lavoro e sta per cominciarne un altro ed ha davanti a se' molte strade aperte, molte possibilità.
Purtroppo o per fortuna, la vita è una sola e bisogna scegliere da che parte pendere.
E perlomeno, come diceva il vecchio Grunf: "Tireremo dritti, fino alla prossima curva".

Poi di libri ce ne sono ancora pochini, è vero. Idee però tante (come dimostrano le parole di tutti quelli che sono intervenuti qua ed anche tutti quelli che vivono la' fuori).

Vedremo, vedremo...

Baci e abbracci pure a te

DIMOSAURO ha detto...

la presunzione che sta nella convinzione di avere una vita che valga la pena essere raccontata ... non piace.

Il biofumetto partorito da mani abili, esperte e sincere, condito, parafrasato e possibilmente divertente ... piace.

Che poi ci siamo un po tutti rotti le palle della "solita roba"...biografica o meno... è fatto noto


rapido, indolore (talvolta anche inodore) e sempre pronto.
Dimo.

SQUAZ ha detto...

La capacità di sintesi di Dimo è già leggenda.

Ma, ora che ci penso, mi viene in mente un'altra cosa: è risaputo che il "consumo" di biografie ed autobiografie aumenta esponenzialmente in periodi di crisi. Sociale, ma anche individuale.

Dobbiamo augurarci che la letteratura (disegnata o meno) vada in questa direzione e raggiunga così un'ampia diffusione?
...o augurarci di superare la crisi?

Sergio Ponchione ha detto...

Detto sinceramente, l'autobiografismo diretto, in prima persona, a me è sempre sembrato una scelta un pò facile e di comodo, o appunto un buon divertissement una tantum. "Non so cosa fare, la mia fantasia è a secco, quindi parlo di me". Non la penso sempre così, ma da cultore dell'artificio la maggior parte del tempo sì. A volte però ne sono smentito e mi fa molto piacere.

DIMOSAURO ha detto...

.... Le "crisi" sono altre.

SQUAZ ha detto...

Sì, infatti.
C'è da dire che il fatto di usare se stessi come personaggi, coinvolge di più. Che uno ti conosca o meno, il fatto di sapere che sei proprio tu, permette un'immedesimazione diretta. Anche un po' da voyeur, se vuoi. In questo senso, è effettivamente un espediente "facile" (poi, bisogna saperlo usare certo)...

E, in fin dei conti, è bello anche lasciarsi smentire.
Ho sempre pensato che, di fronte a una cosa Veramente Bella, tutti i discorsi cadono e lo penso ancora.

Mi chiedo... sarà mica che a stare tanto tempo seduti a un tavolino, è naturale dopo un po' guardarsi l'ombelico (pur magnifico) con genuino rapimento?

SQUAZ ha detto...

Dimo:
Sì, per crisi intendo "recessione economica", "guerre un po' ovunque", "lavoro precario", "incertezza generalizzata"...

Leggere le esperienze di qualcun'altro raccontate in prima persona può aiutare ad alleggerirsi delle proprie.

Anonimo ha detto...

sono la persona più interessante che mi piacerebbe conoscere.

SQUAZ ha detto...

sbruffoncèllo di un tony... quand'è che ti fai "conoscere" a Milano?

Anonimo ha detto...

Non appena fanno il ponte sullo stretto, sennò finiamo come i lemmings.
e poi tu dal tuo caseificio mica ti sposti.

SQUAZ ha detto...

Vero.
Triste ma vero.
Quasi quasi ci faccio un fumetto.

Anonimo ha detto...

passa, pasquà, passa.
poi i figli crescono e le mamme imbiancano. cuccuruccuccù.

SQUAZ ha detto...

dock471, soprattutto dock471.